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Un personaggio di San Gimignano a Caffa, colonia genovese sul Mar Nero, in 1461: una relazione sul reperto archivistico (secondo la Massaria Caffae).
Le colonie genovesi nella Crimea sono apparsi nel XIII secolo come punti di transito per il commercio italiano, esistevano nel corso dei secoli XIV e XV e hanno attirato molti immigrati dall’Europa occidentale. I flussi migratori dal Mediterraneo a la Crimea sono interessanti nel contesto più ampio del movimento di persone nel Mediterraneo medievale. Inizialmente la maggioranza o addirittura quasi tutte le persone arrivate a Caffa genovese (adesso Feodosia), erano provenienti solitamente dalla Liguria (in particolare da Genova) e dal Piemonte. Comunque nel corso dei secoli XIV e XV la dinamica di evoluzione della struttura di migrazione italiana al Mar Nero ha seguito i cambiamenti politici sia nella penisola italiana, sia nella zona del Mar Nero.
A causa della crisi del XIV secolo i benefici del commercio a lunga distanza con l’Asia Orientale vennero ridotti. L’interesse dei mercanti di Liguria e Piemonte era in decline. Dopo il 1453 troviamo segni di spopolamento a Caffa di Caffa. Al contrario, nel XV secolo si trovano molte persone provenienti da altre regioni della penisola italiana (ma anche francesi, fiamminghi, olandesi, tedeschi, polacchi e altri appartenenti alla cristianità latina), venuti per servire e partecipare nella colonizzazione genovese in ricerca di fortuna come soldati mercenari. Questo cambiamento strutturale nella migrazione europea verso la Crimea Crimea era un processo della internazionalizzazione della migrazione latina a Caffa nei tempi della chiusura degli Stretti, della complessa situazione politica nella regione del Mar Nero e della minaccia ottomana. Il nostro Antonio di San Gimignano, socius Cimbali, era ovviamente una parte di questa dinamica.