?
Dostoevskij, Nietzsche e la crisi del cristianesmo in Europa
Nella cultura universale di tanto in tanto appaiono intelletti che in un modo o nell’altro predicono i futuri cataclismi storici. Quando tali cataclismi si avverano, e persino quando sono passati, l’interesse per il fenomeno della profezia non diminuisce, in quanto essa coglie, di norma, quei tratti essenziali del fenomeno che si stemperano nei dettagli reali del processo storico. Uno degli sconvolgimenti globali del XX secolo non è solo l’orrore dei sistemi e dei regimi totalitari e terroristici che ha interessato tutta l’Europa - Russia, Germania, Spagna, Portogallo, Bulgaria ecc., - ma è anche la crisi del cristianesimo che si è manifestata con forza inaudita nel fascismo e nel comunismo. Heidegger ha osservato (nel suo studio su Nietzsche) che la sentenza «Dio è morto» non c una tesi dell’ateismo, ma un’esperienza reale ed essenziale della storia occidentale. Aggiungiamo che tale fatto empirico non riguarda solo l’Europa Occidentale, ma anche quella Orientale, in primo luogo la Russia, e che, inoltre, le conseguenze di questo grandioso cataclisma storico non sono superate nemmeno oggi. Per superarle, per vivere nello spazio storico-temporale i motivi del cristianesimo dopo Auschwitzz, che lo vogliamo o no, ci rivolgiamo a due filosofi della tragedia - Dostoevskij c Nietzsche, che hanno saputo esprimere questa crisi del cristianesimo c le cui idee si sono intrecciate nella coscienza degli intellettuali del XX secolo.