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Объявление войны (indictio belli) в фециальном праве: теория и реальность
Nell’articolo si studia la frontiera rituale tra pace e guerra nella civitas romana. Nel ius fetiale c’era una lunga procedura che includeva in sè la rivendicazione (res repetere) e la dichiarazione di guerra (bellum indicere). Lo scopo della procedura era l’aiuto degli dei e il successo finale. Però, un informazione sulla partecipazione dei feziali nella dichiarazione di guerra concreta nel periodo repubblicano manca totalmente. Nei casi noti partecipano non sacerdoti, ma ambasciatori (legati). L’allontanamento dei feziali dall’attività di ambasciatore dimostra un cambiamento di approccio rispetto all’idea di un’assicurazione sacrale del successo militare. La causa principale della sostituzione dei feziali con legati del senato, secondo l’A., risiederebbe in una volontà di assecondare una tendenza caratteristica della Repubblica che fin dai suoi inizi fu sfavorevole a un’idea di plenipotenzialità politica dei sacerdoti che portò la stessa a limitare le loro funzioni, e l’efficacia dei loro atti e delle loro consultazioni religiose. Anche il principio di una separazione netta tra l’attività diplomatica e quella sacerdotale,
che venne fatto valere fin dall’inizio nella procedura romana della dichiarazione di guerra, favoriva questa tendenza. Al suo posto si registrano altre forme rituali dell’attività religiosa. Un significato speciale avevano i rituali che si realizzavano pubblicamente sotto gli occhi dei cittadini, siccome proprio quelli rafforzavano la fede nell’aiuto degli dei e in un esito felice della guerra. L’A. propone l’ipotesi che tale ruolo consisteva nello svolgimento del complesso dei riti che acompagnavano l’inizio della campagna di guerra del condottiero. Questo complesso includeva la vestizione del magistrato e dei suoi lictores dei paramenti mmilitari, poi, la cerimonia dei voti agli dei in Campidoglio e la realizzazione degli c.d. «auspici d’uscita» prima di attraversare il pomerium. Entrambi i rituali (l’uscita del condottiero per la guerra e la procedura feziale) erano «riti di passaggio» che in origine si celebravano «in terra romana», ma in seguito fu consentito che potessero essere compiuti in territorio straniero. Tale circostanza ha dato la possibilità di trasferire il posto centrale degli atti religiosi